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“Il paese che è laggiù”
Febbraio 15, 5:00 pm - 7:00 pm

“Il paese che è laggiù”
Non so perché il pensiero del Gargano me lo porta via un vento. Non so da dove viene questo vento, né dove va.
Arriva, un giorno, fra ottobre e novembre, da lontano, e scende dentro i miei ricordi. Li scompiglia; rovescia e vuota i cassetti, rovista a lungo; poi riparte.
Quel che rimane appare come dopo un sogno: è una serie di foto, come queste di Erminia De Luca. Grandangoli che sembrano ribaltare la prospettiva. Getti materici di luci e ombre che si addensano intorno alle figure. Linee di fuga che tagliano il piano “infinito” di un orizzonte. Spazi grigi e grumi cromatici. Squarci nel fondo oscuro di un fotogramma.
C’è una storia in questi testi? Le visioni non coincidono? A poco a poco, il ricordo perde la sua spinta mentale, si ferma alle soglie visibili di uno schermo metafisico che mi restituisce sapori e odori, fra petraie desertiche e distese d’acque, intrecci d’alberi e doline silenziose, correnti d’aria e pascoli solitari, tratturi persi e antichi uliveti.
Laggiù, ogni momento, anche se mai vissuto, appare vero, autentico, di fronte alla grave responsabilità dell’esistenza. Sembra quasi di non percepire presenza umana. Ogni traccia del nostro genere è volatilizzata. Sola una macchina, col suo obiettivo piantato in vece di un occhio, si aggira per testimoniare l’assenza, e asserire che non tutto è perduto.
Nel recuperare così i miei ricordi, in queste foto mi coglie l’improvvisa nostalgia di una bellezza creaturale, originaria, del mondo. Un “prima” che disancora lo sguardo dalla topografia ordinaria dei luoghi che conosco, e lo manda in giro sulla terra, lo affida a un vento: ecco il Gargano, sussurra, colto dalla feritoia temporale di un momento, pronto a farsi docile patria di un’ombra che ritorna, e cerca nella sua “anima” una forma suprema di leggerezza.
Grazie, Erminia.
Salvatore Ritrovato